File:1887 Invernizio (novel).jpg

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{it} Carolina Invernizio. L'orfana del ghetto. Firenze: Salani, 1887 / Repr. (Salani): 1891 & 1923. Repr. <novel>

Abstract

"Il romanzo ebbe una diffusione molto ampia, grazie alia fama che godeva la sua autrice, Carolina Invernizio, la piu nota scrittrice italiana di romanzi d'appendice. Scrittrice assai prolifica di intrighi romantici e di romanzi gotici a suspense, l'lnvernizio pubblico 130 romanzi tra il 1877, anno del suo debutto paraletterario e il 1916, anno della sua morte(36). L'orfana del ghetto e tra i piu lunghi dei suoi romanzi e fu dato alle stampe per la prima volta nel 1887, dal suo editore abituale, Salani, di Firenze, che ne euro anche le due ristampe successive, rispettivamente del 1891 e del 1923. Di recente (1975) una casa editrice milanese specializzata nella ristampa dei classici della letteratura popolare ne ha curato una nuova edizione per il lettore moderno. La trama del romanzo e un intricato groviglio di passione extraconiugale, di suicidi, di assassini e di scoperte inaspettate di identita nascoste, ambientate per la maggior parte in locali segreti e anfratti sotterranei. I due motivi portanti della storia sono l'amore e la vendetta. Fiorenzo Servi, figlio di un banchiere ebreo, e Renata, figlia unica del conte fiorentino Mario Adriani si innamorano l'uno dell'altra contro la volonta del padre di lei, e fuori del matrimonio avranno una figlia ch chiamano Viola. Ariani consegna la neonata alia sua governante perche la esponga alle intemperie, ma questa, prima di eseguire la crudele sentenza, battezza segretamente la bambina e la marchia sul braccio destro con il segno della croce. Fiorenza salva la figlia, e laaffida ad una sarta del ghetto perche la allevi come una trovatella,e quindi se ne va all'estero, presumibilmente per sempre. Ma sedici anni dopo, nel 1876, decide di tornare a Firenze, dove, sotto il falsonome di barone Armando Viser, favolosamente ricco, intende vendicarsi sia su Ariani sia sulla sua ex innamorata Renata che, tormentata e plagiata dal padre, ha nel frattempo dimenticato la sua scappatella giovanile e si e felicemente sposata con un nobile locale. Nel frattempo, Viola, l'orfana del titolo, e diventata una perla di bellezza e di virtu. Come sempre nei romanzi della Invernizio, tutto volge al meglio: i malvagi sono giustamente puniti, possibilmente per lorostessa mano, o almeno si pentono del male compiuto, e i buoni trionfano e sono esaltati. Cosi, alia fine di L'orfana del ghetto , Fiorenzo-Armando rinuncia alia sua vendetta, si converte, e parte per passare il resto dei suoi giorni in espiazione in un monastero di cui non si specifica il nome. La vera identita di Viola viene rivelata, ed ella sposa Marcello, un giovane ufficiale di beH'aspetto che in realta e il fratellastro illegittimo di sua madre.

E' facile vedere nella giustapposizione dei cognomi dei due nemici giurati, Ariani e Servi, la chiave interpretativa del rapporto tra Cristiani e Ebrei presente nel romanzo. La Invernizio, tuttavia, non pensava in termini di razzismo scientifico, e non c'e nessun bisogno di applicare questo incerto simbolismo alia analisi del suo concetto di ebreo. L'Invernizio era in realta ossessionata dall'influenza del « sangue », ma nei termini di una regressione Lombrosiana o naturalist a la Rougon-Macquart. In L'orfana del ghetto questa fatalita e meglio illustrata dal caso di Luciana, che e il personaggio negativo corrispondente a quello di Viola. Malgrado la sua ricchezza e la sua raffinatezza, Luciana era nata dalla violenza subita da un povera ragazza ebrea ad opera di un assassino e ladro, e « il sangue plebeo che scorreva in lei, veniva intieramente a galla », facendola diventare un mostro di bestemmia e di odio (38). Ma se, come scrive Tautrice, « le voci del sangue non mentono dunque mai » (39), altrettanto puo dirsi degli stimoli di un'anima cristiana. Viola, ad esempio, pur essendo all'oscuro del suo battesimo ed essendo stata allevata come devota ebrea, e del tutto conforme all'ideale della vergine e martire cristiana, sia neiraspetto fisico, sia neiratteggiamento spirituale, ed e attratta irresistibilmente dalla Madonna cui si rivolge per conforto, molto prima di abbracciare apertamente la fede cristiana. Come le dice Marcello, « Voi professate la religione ebrea, perche & quella che vi hanno insegnata, ma la vostra anima aspira al cristianesimo ed e pura come quella degli angeli » (4Q). Luciana, viceversa, costantemente indicata come « ebrea », invoca la sua religione per rinforzare la sua malvagita innata, rifiutando esplicitamente quella che ella stessa considera l'etica tipicamente cristiana del perdono. Tutti i personaggi ebrei del romanzo si distinguono per una increbile tenacia nella malignita e nella vendicativita, una « sete di o « ardore di vendetta », per usare le loro stesse espressioni (41). II dio di Israele per di piu e sempre presentato come un dio mercante, con cui si puo barattare con raggiri e intimidazioni, come quando Luciana minaccia di negarlo se egli non eliminera tutti i cristiani. £ chiaro che per Tlnvernizio gli ebrei se non inferiori come razza, lo sono certamente dal punto di vista morale e spirituale. I singoli cristiani possono anche essere cattivi, malgrado la loro fede, ma gli ebrei sono perversi proprio a causa della loro fede. Praticamente l'unica via di uscita che essi hanno e quella della conversione. E questa e la strada che sceglie Fiorenzo, l'unico ebreo che sopravvive alla strage di personaggi con cui generalmente si concludono i romanzi della Invernizio."-- ANDREW M. CANEPA, "L'immagine dell'ebreo nel folclore e nella letteratura del post-risorgimento", La Rassegna Mensile di Israel , Maggio-Giugno 1978, terza serie, Vol. 44, No. 5/6 (Maggio-Giugno 1978), pp. 383-399 (quote 395-397)

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current12:06, 31 July 2022Thumbnail for version as of 12:06, 31 July 2022275 × 400 (33 KB)Gabriele Boccaccini (talk | contribs)

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