Gesu', Qumran e gli altri giudaismi del Secondo Tempio (2016 Boccaccini), lecture

From 4 Enoch: : The Online Encyclopedia of Second Temple Judaism, and Christian and Islamic Origins
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Florence, Italy; Facolta' Teologica dell'Italia Centrale; 9 maggio 2016

  • So che Il mio incontro viene a conclusione di un ciclo di incontri in cui so che avete esplorato i diversi aspetti del giudaismo del I secolo. Questo mi permette di entrare immediatamente nel tema tralasciando troppe premesse, andando al cuore dei problemi e sottolineando alcune nuovi sviluppi della ricerca a livello internazionale e lasciando quindi spazio alle domande.
  • Gesu', ebreo o cristiano.

(a) Tradizionalmente, per secoli ebrei e cristiani hanno teso a separare Gesu' dall'ebraismo, i cristiani facendo di lui il critico distruttore di una religione decaduta e gli ebrei il traditore di una nobile fede.

(b) Al contrario, la rivendicazione del Gesu' ebreo si limitava a spostare il problema. Gesu' non aveva "tradito" l'ebraismo, altri (i suoi discepoli?, Paolo?) lo avevano fatto, tradendone il pensiero e gli intenti.

(c) Per evitare l'alternativa, alcuni studiosi moderni hanno separato Gesu' sia dal proprio ambito ebraico che da quello cristiano, tratteggiano la figura di un "ebreo marginale" un riformatore rivoluzionario, lontano sia dal dibattito interno al giudaismo che alle speculazioni cristiane successive alla sua morte.

Oggi e' possibile affermare che Gesu' e' al tempo stesso ebreo e cristiano, sottolineando la pluralita' dei giudaismi del I secolo e lo sviluppo del suo movimento.. Gesu' non e' ne' un ebreo come tutti gli altri e neppure un cristiano post-niceano. Gesu' fu un ebreo del primo secolo e il fondatore di un movimento che attraverso un lungo e travagliato processo si trasformera' in cio' che oggi chiamiamo "Cristianesimo".

Il problema non e' che Gesu' fosse ebreo (ovviamente lo era e forse e' ora che smettiamo pure di discuterne), il problema e' che tipo di ebreo egli fosse

  • Dire che Gesu' era ebreo non significa dire che

(a) era un ebreo che tutti gli altri (c'erano molti e diversi modi di essere ebrei (allora come oggi)

(b) era un ebreo solo nei tratti tradizionali e "cristiano" nei tratti innovatici. Con questo criterio nessun ebreo e' ebreo quando esprime un pensiero originale e innovativo. Gesu' e' e resta ebreo anche nei suoi tratti piu' originali e innovativi.

(c) Era un ebreo conformista che non ha mai espresso alcun sentimento autocritico nei confronti della propria tradizione religiosa. Gesu' era un riformatore.

  • Che rapporto esiste tra il movimento di Gesu' e gli altri giudaismi del primo secolo?

La scoperta dei manoscritti del Mar Morto ha dato un contributo eccezionale alla nostra conoscenza della diversita' giudaica del primo secolo. All'indomani della scoperta si era sperato che ci fosse un riferimento a Gesu (su questo bisogna essere chiari non c'e' alcun riferimento diretto al cristianesimo nel MSS del Mar Morto, non furono scritti da cristiani, non c'e' copia dei vangeli, ecc.).

I MSS di Qumran ci hanno tuttavia rivelato l'esistenza di una forma di giudaismo apocalittico molto vicina al cristianesimo (attesa escatologica, origine superumana del male, critica al Tempio e al sacerdozio di Gerusalemme, ecc.)

Ci sono tuttavia profonde differenze (enfasi determintistica, insistenza sugli aspetti halakhici, ecc.

Piu si studiano i manoscritti piu' appare impossibile stabilire una linea generativa dretta tra Qumran e il movimento di Gesu'. L'idea di Giovanni il Battista e di Gesu' come di dissidenti esseni (lanciata da Flusser) e' affascinante. Tanto che qualcuno si e' spinto a ipotizzare che Giovanni e Gesu' siano stati "educati" a Qumran e poi la abbiano lasciata per proseguire in una propria strada autonoma.

La cosa non e' necessaria, soprattutto se si tiene conto che il movimento esseno era presente nei villaggi e nelle citta' d'Israel e non era certo necessario risiedere a Qumran per entrarne in contatto. L'interesse si e' cosi' spostata agli esseni non-qumranici, quelli organizzati secondo le regolo del Documento di Damasco piuttosto che di quelle della Regola della Comunita'

Ma anche posta in questi termini la questione e' molto complessa perche' il movimento esseno sembra formarsi con il Libro dei Giubilei come sintesi tra il pensiero mosaico e quello enochico, ma anche cone reazione all'idea enochico che il male diffuso tra ebrei e non ebrei.

Il Libro dei Giubilei mostra invece Israele sotto la protezione del patto e questo apre la strada all'eleborazione di una halakha ritenuta capace di preservare l'integrita' di Israele.

La tradizione enochica prosegue invece la sua strada, coerentemente ai propri principi, attrverso l'epistola di ENoch e il Libro delle Parabole, dove appare la figura del Messia celebre "Figlio dell'Uomo", chiamato a compiere il giudizio alla fine dei tempi.

Ma qual la connessione

nel giorno dell'afflizione, l'ira si ammassera' sui peeactori mentre i giusti vinceranni nel'onore e nel nome del Signore degli Spiriti.

Poi improvvisamente pero' il gruppo dei peccatori si sdoppia; tra un lato ci sono coloro (gli altri) che si pentono (essi - e' detto - non hanno onore ma il Signore drgli Spiriti li perdonera' perche la sua misericordia e' molta. " Il signore pero' e' anche giusto e coloro che non si pentono sara' perduto"

Nel giudizio vi sono quindi coloro che sono salvati o condannati secondo giustizia, ma anche coloro che pur non potendo essere salvati per giustizia lo saranno per misericordia.

A mio giudizio questo e' un passo importantissimo, la cui portata none' stata finora esplorata dai commentatori. Sfortunatamente, nel commentario di George Nickelsburg non riuscendo a comprendere il passo lo ha emendato (con una modifica che non e' sostenuta dalla tradizione testuale), ritenendo incongruente il fatto che persona che non hanno merito possono essere salvate dalla misericordia divina, ma questo e' esattamente il punto del testo.

Come si dira' nella Lettera di Giacomo: "(il giudizio sara' senza misericordia per chi non ha mostrato misericordia;) la misericordia prevale sul giudizio."

  • Cio' ci permette di comprendere il punto di Giovanni il Battista: il suo invito al pentimento nel momento in cui si annuncia l'imminenza del giudizio. Il Figlio dell'Uomo sta per manifestarsi e quindi l'unica speranza del peccatore riseide nel perdono di DIo.

Come nel libro delle Parabole il perdono e' per Giovanni opera di Dio, non del Figlio dell'Uomo. e l'atto di penitenza e' una preghiera a Dio per essere giustificati. Giuseppe Flavio e' perfettamente in linea con la testimonianza evangelica quand afferma che il battesimo di Giovanni non ha il potere di rimettere i peccati e Giovanni non reclama a se l'autorita'; del perdono (si veda La storia di Adamo ed Eva)

Il messaggio di Gesu' e' identico ma l'accento si sposta sul potere di cui Gesu' (che ha fama di guaritore) ha come rappresentatnte del Fglio dell"Uomo. Io credo che la proclamazione messianica di gesu' faccia parte della storia (abbiamo altri esempi di proclami messianici). Se volete il movimento di Gesu' e' un movimento giudiaco apocalittico enochico il quale ritiene che il Messia debba venire "prima" della sua missione finale (a somiglianza degli zeloti, che anch'essi teorizzavano la presenza del messia prima della fine).

Questo l'ho imparato da Sacchi, il punto centrale e' la storia del paralitico che non ha caso ha posizione centrale nel Vangelo di Marco. Gesu' e' riconosciuto dagli spitriti impuri come il giudice che deve veire e la sorpresa e' che sia venuto prima del tempo. Perche'? La risposta e' data nel cap. 2 : perche' ssppaite che il Figlio dell"uomo ha sulla terra l'autorita' di perdonare i peccati.

A chi data questo dono: "Non sono venuto che per le pecore perdute della casa di Israele" Una doppia limitatzione: agli ebrei (agli ebrei; e questo e' logico pensare che questo dono speciale sia dato ai figli [e non agli estranei, ai cani] come dira' Gesu' all donna siro-fenicia) mA il dono e limitato anche a coloro che ne hanno bisogno (ai "molti" della tradizione evangelica), ovvero ai peccatori. Ed ecco che il messia si mescola tra gli esclusi e i peccatori , =perche' il dottore viene inviato ai malati non ai sani. Sono i peccatori ad averne bosogno. Quelli al quale il dono non e' dato non sono gli "esclusi", ma al contrio coloro che sono stati stati inclusi in virtu' della loro giustizia.


Non si comprendere la predicazione di Gesu', l'andata a Gerusalemme senza ammettere una pretesa messianica da parte del movimento gesuano, pretesa al cui centro e' la missione di perdono di peccati che precede il giudizio. E' questa idea che si sia un prima e un dopo del Figlio dell'Uomo che permette a cristiani di superare il trauma della morte del messia (interpretata come atto di espiazione per il perdono dei peccati).

Ed e' ancora l'enfasi sul perdono dei peccati che consente ai primi cristiani (e a Paolo) di espandere la predicazione ai peccatori gentili). E quindi di superare il trauma della fine dei tempi (il tempo tra la prima e la seconda venuta e' secondario rispetto all'idea delle due missioni distinte del Messia celeste.

Ed e' ancora l'enfasi sul perdono die peccati che guida la riflessione cristologica sull'identita' del Messia e sulla sua relazione con Dio Padre. Vi e' oggi un interessantissimo dibattito sulla cristologia, tra Larry Hurtado e Ehrman e Daniel Boyarin.

Ovviamente, questa idea cristiana pone il movimento cristiano in una posizione critica nei confronti degli altri movimenti giudaici del loro tempo, i cui perseguono finalita' diverse ed hanno concezioni diverse sulla natura e la funzione del Messia. Per quanto con la sua identita' distinta il movinto gesuano resto parte della diversita' giudiaca. Anche l'espansione ai gentili non produce quell'effetto di separazione , poiche' il cristinesimo non e' ne' il primo ne' l'unico movimento giudaico ad aprirsi ai gentili. E' forse solo con la distruzione del Tempio che si creano le premesse per quella separazione delle vie che non e' separazione dalla matrice giudaica ma separazione reciproca nei confronti degli altri movimenti fratelli. che come il cristianesimo nella loro crescita mischiano innovazione e conservazione.

Con la distruzione del Tempio verra' a cessare quella casa comune che teneva legati tutti i movimenti giudaici del tempo. Ogni gruppo proseguira' la sua strada su una via di sempre maggior estraneita' reciproca. Valgono per questo le parole di Alan Segal